Il progetto ‘Infermiere di famiglia e comunità’ approda a Veroli
A ufficializzare il nuovo ambulatorio con il sindaco i massimi vertici della ASL. Pochi gli amministratori, medici di base e cittadini presenti
di Egidio Cerelli
Al via il progetto “Infermiere di Famiglia e Comunità e l’Ambulatorio Infermieristico” nel Comune di Veroli. Il progetto, elaborato e promosso dalla ASL di Frosinone, è stato presentato presso la sala del teatro comunale della cittadina ernica. Dopo il saluto a quanti convenuti, pochi i medici di famiglia e cittadini, con un paio di consiglieri di opposizione, Cerelli e D’Onorio, di maggioranza Verro, Viglianti e Renzi, il sindaco ha evidenziato che “E’ importante venire incontro con servizi necessari le esigenze dalla gente. E’ un vero cambio di tendenza”. Rivolgendosi alla Dottoressa Patrizia Magrini, Direttore Generale della ASL di Frosinone – “finalmente abbiamo trovato un vero interlocutore disponibile ad ascoltarci e quindi ad essere attento per una fattiva collaborazione”. Anche il delegato alla Sanità, dottor Egidio Lombardi ha inteso sottolineare l’opportunità che viene offerta alla nostra città anche perchè la dottoressa Magrini ha colto in pieno le necessità del nostro vasto territorio con diverse patologie dei nostri 12000 nostri assistiti e mi rivolgo ai colleghi medici di famiglia di esserci vicini perché questo servizio diventa indispensabile per tanti malati che altrimenti riempirebbero i nostri ospedali. Per questo ringrazio la dottoressa Magrini e la dottoressa Martini”. Riusciranno i nostri medici di famiglia ad essere un filtro importante con questo nuovo servizio che è stato aperto presso i locali della ASL di Veroli? Locali e personale che hanno poi accolto i massimi responsabili della ASL presenti in conferenza.
La DOTTORESSA PATRIZIA MAGRINI
A sua volta la Magrini ha ringraziato il sindaco Cretaro “perché dal 15 di luglio è stato aperto l’ambulatorio di ‘infermiere di famiglia’ ed il 7 di agosto ha avuto inizio la fase di vera e propria esperienza”. La direttrice entrando nel merito ha detto che… “L’assistenza infermieristica territoriale e domiciliare, destinata a diventare nel prossimo futuro il fenomeno dominante a causa del progressivo invecchiamento della popolazione con conseguente aumento delle cronicità, sarà una sfida fondamentale nell’ambito del sistema del welfare locale. In questo mutamento dei processi di assistenza – ha aggiunto- con l’attivazione del servizio di “Infermiere di Famiglia e Comunità” andiamo ad incidere positivamente sulla qualità di vita delle persone e sulla promozione della salute, peraltro con positivo impatto sui costi. Avere a disposizione servizi sanitari di qualità e di indubbia accessibilità, consentirà ai cittadini di avere assistenza sanitaria primaria continuativa e di prossimità in grado di rispondere alle esigenze di prevenzione delle fragilità, allo screening ed alla diagnosi precoce di nuove malattie, e di prevenire le riacutizzazioni delle malattie croniche con migliore qualità di vita dei cittadini”.
Dopo aver ricordato il grande lavoro che la ASL di Frosinone sta facendo per combattere il Covid ha evidenziato….” proprio in questi giorni dobbiamo essere più attenti perché il virus non è stato completamente debellato anzi sta tornando più forte di prima e con la nostra attività stiamo contrastando l’epidemia con un grande lavoro di squadra”,ha dottoressa Magrini ha lasciato la parola a colei che ha presentato il progetto de quo.
LA DOTTORESSA LORENA MARTINI
Il progetto, elaborato dalla UOC Professioni Sanitarie della Asl di Frosinone, il cui Direttore è la Dottoressa Lorena Martini, prevede infatti che i cittadini usufruiranno anche dell’ambulatorio infermieristico attivato a Veroli.
“ Sì, verranno accolti e assistiti dagli infermieri preposti all’erogazione di terapia iniettiva, prelievi venosi e capillari, medicazioni semplici, bendaggi e fasciature semplici, gestione e assistenza delle stomie e dei cateteri vescicali, misurazione di parametri vitali, educazione al Self Care, ovvero un punto di ascolto sanitario per mettere a disposizione dell’utenza informazioni e orientamento sulla prevenzione e sull’accesso ai servizi sanitari, oltre che un luogo dove erogare prestazioni prettamente infermieristiche. I Medici di Medicina Generale possono segnalare i soggetti fragili tra i loro assistiti che necessitano di questa assistenza infermieristica, creando un rapporto di collaborazione a tutto vantaggio del benessere dei cittadini L’accesso all’Ambulatorio Infermieristico si può prenotare presso lo sportello CUP o chiamando il numero di telefono 0775 237079, munendosi della prescrizione medica (MMG/PLS o specialista), per usufruire delle relative prestazioni dietro pagamento del ticket laddove dovuto. L’Ambulatorio Infermieristico è aperto il lunedì, giovedì e sabato dalle ore 8 alle ore 13,30”.
L’OBIETTIVO
“Fornire ai cittadini ciò di cui hanno veramente bisogno, disegnando i nuovi modelli su quello che segue la diagnosi e la terapia cioè l’assistenza continua e la continuità di cure tra ospedale, territorio e domicilio nei confronti in particolare di pazienti anziani, soli, cronici e non autosufficienti in team con i medici di medicina generale, gli specialisti, e i servizi socio sanitari. Il progetto prevede che tutti gli anziani residenti, sia quelli con patologie o non autonomi, sia quelli in salute, vengano affidati ad un infermiere, che, attraverso la valutazione identifica le modalità di intervento e la frequenza delle visite, agendo di concerto con il Medico di Medicina Generale. La sperimentazione mira a promuovere una prevenzione innovativa che possa incidere sugli stili di vita e sul benessere della popolazione anziana sviluppando un modello di cura che mette gli anziani al centro dei servizi sanitari e sociali”.
Cronogramma del progetto e risultati attesi
“L’obiettivo è creare le basi per l’acquisizione di competenze specifiche nei campi della continuità assistenziale, della promozione della salute, della prevenzione sanitaria, della riabilitazione e della gestione delle patologie a maggiore incidenza sul territorio delle tre ASL coinvolte: BPCO, diabete, ipertensione e scompenso cardiaco. Fornisce inoltre preziosi spunti di riflessione sul lavoro in team, in quanto l’infermiere di famiglia e di comunità attiva molteplici reti di assistenza e svolge un rigoroso lavoro di collegamento fra i servizi che intervengono nel percorso di malattia del soggetto assistito e della sua famiglia.
IL PROGETTO NEL DETTAGLIO
“Chi è l’infermiere di Famiglia e Comunità e quale apporto può offrire. L’infermiere di Famiglia e Comunità è quel professionista, che dopo aver acquisito competenze specifiche, ha un ruolo sostanziale nella valorizzazione della salute, prevenzione delle malattie, gestione della cronicità e fragilità, svolgendo la sua funzione anche nell’assistenza diretta. Il modello assistenziale “Infermiere di Famiglia e Comunità” rappresenta per l’ambito extra ospedaliero una sfida vincente.
Il sistema è basato su alcuni concetti portanti, tra i quali: la prossimità con la persona e il suo ambito di riferimento sociale; la forte interazione con i medici di medicina generale e tutte le altre figure coinvolgibili nella presa in carico. Le prestazioni, svolte a livello domiciliare, comprendono: valutazioni mirate dei bisogni, per arginare o prevenire la fragilità; programmazione e attuazione di interventi di cura personalizzati; promozione di interventi educativi al fine di rafforzare l’aderenza terapeutica, l’adesione a stili di vita sani e ai trattamenti di cura.
L’infermiere di Famiglia e Comunità, in coerenza con il Piano Nazionale Cronicità, cura il monitoraggio dello stato di salute degli assistiti, mediante visite domiciliari, follow up telefonici e telemedicina, presidia le transizioni di cura, momenti critici di dispersione delle informazioni cliniche”.
MODALITA’ DI ARRUOLAMENTO E DESTINATARI
“I soggetti sono reclutati mediante segnalazione da parte di: Reparti ospedalieri / Reparto di Comunità; MMG/operatori che operano nei Servizi Sociali.
Sono interessate le persone con età superiore a 70 anni che necessitano di: prosecuzione dell’assistenza post dimissione; accompagnamento alle cure; interventi di educazione terapeutica; monitoraggio infermieristico”.
Come dicevamo sopra, riusciranno i medici di famiglia a collaborare fattivamente per veder concretizzato in toto il servizio che è stato formalmente inaugurato qualche giorno fa?