Edilizia, Massaro (Ance): segnali di ripresa ma serve maggiore attenzione

Il 2021 è stato l’anno nel quale l’industria delle costruzioni ha archiviato il difficile 2020 e si è rimboccata le maniche, rialzandosi e consolidando mese dopo mese i numeri della ripartenza e del rilancio. Le performance degli ultimi quadrimestri inducono infatti all’ottimismo. L’intera filiera ha, dunque, trovato un rinnovato spirito propositivo, sia per l’immediato futuro che per i prossimi mesi. A confermarlo il presidente dell’Ance Frosinone, cavalier Angelo Libero Massaro, nel corso dell’annuale conferenza stampa sull’analisi congiunturale. «E’ innegabile che il nostro settore  – ha evidenziato –  sta attraversando un periodo di crescita, sotto la spinta vigorosa dei bonus edilizi e del Pnrr. I dati in nostro possesso descrivono chiaramente questa dinamica, anche se molte sono ancora le incertezze e le problematiche che meritano di essere affrontate». Quindi l’analisi dei numeri. «In Ciociaria, così come nel resto d’Italia – ha aggiunto – registriamo un trend positivo. Se si vanno ad analizzare i dati  forniti dalla Cassa edile al 30 settembre 2021, rispetto all’anno precedente, emerge chiaramente che il monte salari è aumentato del + 24% (circa 63 milioni di euro), il numero di imprese attive del + 8% (1.227), il numero dei lavoratori iscritti del + 7% (6.528) e l’incremento delle ore lavorate è salito del + 24%. Questa elevata velocità di marcia  – ha sottolineato il presidente dell’Ance – fa ben sperare.  Certo  – ha rimarcato – non è la situazione rosea dieci anni fa, quando il settore contava diecimila addetti. Si tratta, però, di una base di partenza positiva incoraggiante».  
Ed anche il prossimo trimestre, stando all’associazione costruttori edili, le aspettative degli imprenditori rimangono orientate in senso ampiamente positivo. Non mancano, però, le problematiche. Parlando di bonus edilizi, Massaro ha posto l’accento sui   pro e i contro.  «Sono stati – ha affermato – una sorta di propulsore per la ripartenza. Purtroppo, però, ogni mese ci troviamo a far fronte a qualche nuova norma, per ultimo quella relativa alla cessione del credito, che genera confusione e rischia di fermare i cantieri.  Giusto l’obiettivo di contrastare le frodi, ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette – ha avvertito – impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato. Con questa nuova ultima modifica, sarà ben difficile cedere i crediti e di conseguenza saranno penalizzate proprio le famiglie più bisognose».
Sul tappeto anche altre criticità che rischiano di vanificare gli sforzi effettuati nell’ultimo anno, e che mettono a rischio l’effettiva realizzazione degli investimenti entro il 2026. «La prima – ha argomentato – riguarda le fasi autorizzative e i tempi di cantierizzazione, un altro momento critico del processo realizzativo delle opere pubbliche in Italia. Da questo punto di vista  permangono, infatti, incertezze sulla reale capacità di accelerazione dei tempi, prevista per le opere del Pnrr in base agli ultimi provvedimenti. Una seconda criticità è quella relativa al ‘caro materiali’ che sta mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni e rappresenta un serio pericolo per la realizzazione delle opere dello stesso piano e, quindi, per la ripresa dell’economia italiana. Una terza criticità – ha proseguito – è la scarsità di manodopera e di figure professionali necessarie per realizzare le opere che rischia di fermare i cantieri. Tutti fenomeni  che rischiano di compromettere anche l’attuazione del Piano nazionale di resilienza e ripartenza ed i relativi investimenti».
Nel mirino anche il  ‘caro prezzi’ e non solo. «Lo scorso mese l’Ance – ha fatto notare  – ha depositato un ricorso al Tar contro le modalità di rilevazione dei prezzi individuate dal decreto ‘Caro Materiali’.  A questo bisogna aggiungere la difficoltà nel reperimento delle attrezzature: i ponteggi sono introvabili ed hanno raggiunto costi triplicati rispetto al passato. Intanto – ha messo in evidenza – per dare risposte a queste problematiche, ma anche per supportare le aziende associate, stiamo sviluppando un servizio per la centralizzazione degli acquisti e per il reperimento della manodopera, in collaborazione con agenzia per il lavoro e i centri per l’impiego. La crisi dell’ultimo decennio ha, infatti, causato la perdita di 600.000 lavoratori dell’edilizia, molti dei quali sono usciti definitivamente dal mondo produttivo o non sono più recuperabili. Purtroppo, formare manodopera specializzata può richiedere anni».
Quindi un appello. «Noi siamo pronti ad assumere, ma occorre puntare sulla formazione. E proprio grazie alle opportunità offerte dal Pnrr, dal superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare, si potrebbe tornare ai livelli occupazionali registrati prima della crisi. Oggi, infatti, si stima una domanda di manodopera a livello nazionale di circa 265.000 risorse tra operai, impiegati e tecnici. Il dossier Unioncamere Excelsior prevede, per il solo mese di gennaio 2022, una richiesta di lavoratori in edilizia di 45.000 unità, in pratica + 82% rispetto al mese di gennaio 2021. Sempre secondo questo studio la percentuale di difficoltà di reperimento per gli operai specializzati delle costruzioni si attesta tra il 50 ed il 60%. E’ necessario comunicare adeguatamente le opportunità che la moderna edilizia può offrire ad operai, geometri, ingegneri civili etc. Ma per far ciò serve anche l’impegno delle istituzioni».
E relativamente alla sicurezza ha chiosato: «Da oltre 15 anni Ance ha proposto in tutte le sedi istituzionali la necessità di introdurre un sistema di qualificazione delle Imprese. Con il Decreto 146 di novembre sono state inasprite le sanzioni sul piano della sicurezza, ma temiamo che questo non risolverà i problemi generati dalle aziende improvvisate che mettono a repentaglio la salute dei lavoratori. I lavoratori vanno formati e responsabilizzati: la cultura della sicurezza sarà determinante per tutelare tutti gli operatori». Infine un appello agli amministratori locali affinché si impegnino a progettare e programmare. «Per l’impiego di tutte le risorse disponibili  – ha concluso – serve maggiore attenzione».

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