Ambiente e migrazioni, incontro all’Auditorium
Già dieci anni fa parlammo dei disagi della Valle del Sacco. Grido della terra e grido dei poveri sono connessi tra loro
di Egidio Cerelli
L’Auditorium Diocesano, a Frosinone, ha ospitato l’incontro su “Ambiente e migrazioni”, promosso dalla Diocesi Frosinone-Veroli-Ferentino. Ciò si è vertificato proprio nelle settimane in cui tutti siamo invitati a riflettere sulla 106a edizione della Giornata del Migrante e del Rifugiato (celebrata il 27 settembre) e sul Tempo del Creato che va dal 1° settembre (Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato) al 4 ottobre (giorno in cui si celebra San Francesco, santo patrono dell’ecologia per molti fedeli)
Presenti le autorità istituzionali
Moderatrice dell’interessante convegno la giornalista Laura Collinoli. Vi hanno preso parte anche i rappresentanti di istituzioni ed associazioni del territorio, tra cui: il Prefetto Ignazio Portelli, il questore Leonardo Biagioli, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Alessandro Gallozzi, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Alessandro Gabrielli, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Frosinone Luca D’Alessandro, Abdessamad Eljaouzi dell’Associazione islamica Ettuba di Frosinone, Pietro Pro delegato dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Stefano Ceccarelli di Legambiente Frosinone. L’intervento introduttivo è stato del Vescovo Mons. Ambrogio Spreafico che ha portato il saluto agli ospiti, quindi il dottor Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord, “Curare le ferite della terra”,mentre il prof. Antonello Pasini, fisico del clima – CNR di Roma, ha trattato il tema “Effetto serra, effetto guerra”.
Due testimonianze concrete
I presenti hanno potuto ascoltare due testimonianze. La prima di un giovane Seckou Mendy, originario del Senegal, che ha raccontato i motivi che lo hanno spinto ad andar via dalla sua terra e le difficoltà affrontate durante i mesi di viaggi sino ad arrivare in Italia; oggi, grazie al percorso intrapreso con la Caritas Diocesana, ha avuto anche l’opportunità di proseguire i suoi studi; l’altra di Pietro Di Alessandri, responsabile dell’Area del Turismo sociale e sostenibile della cooperativa sociale Diaconia (ente gestore dei servizi e delle attività della Diocesi) che ha illustrato i progetti promossi dalla cooperativa.L’iniziativa si è svolta nel rispetto delle norme anti–Covid: la registrazione, igienizzazione e il rispetto del distanziamento dei partecipanti è stata garantita del servizio reso dai volontari dell’Associazione Nazionale Bersaglieri di Frosinone.
L’intervento del Vescovo
Mons. Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi ha focalizzato il suo intervento su due temi attuali e di grande interesse, come l’ambiente e le migrazioni. Questa la sintesi del suo intervento. “Il titolo scelto indica una connessione credo nota tutti. Il mondo è fatto di migrazioni- l’incipit di mons. Spreafico. I popoli si spostano, emigrano, cercano approdi altrove rispetto al luogo di nascita. Questa è sempre stata la storia, e il nostro paese lo ha sempre sperimentato nella sua storia vicina e lontana. Anche l’Italia è stata attraversata da continue migrazioni e a nostra volta abbiamo invaso il mondo con migranti del nostro paese. Un libro non recentissimo (1994) “Atlas HistoriquedesMigrations” descrive molto bene questo fenomeno cominciando da 3,3 milioni di anni fa fino al 1990. Il problema se mai rimane come governare le migrazioni. Ma su questo si ragiona e si progetta; non basta prendersela con chi arriva in Europa e perseguire politiche di chiusura e di rifiuto. E vediamo la fatica ad assumersi questo compito in maniera solidale in Europa. Nessun vantaggio ne avrà chi difende solo stesso e i suoi confini, perché i migranti hanno sempre oltrepassato confini e muri di ogni genere. Il progetto dei “Corridoi umanitari” della Comunità di sant’Egidio, condiviso con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la CEI, che prevede arrivi sicuri di profughi da Libano e Etiopia, e ora anche da Lesbo, dovrebbe essere preso a modello dagli stati europei, come hanno fatto l’Italia anzitutto, la Francia, il Belgio e la piccola Andorra”.
Con il cambiamento climatico e con un nemico invisibile che ci ha assaliti?
“Migrazioni e ambiente sono ancor più connessi che nel passato a causa del cambiamento climatico e delle sue disastrose conseguenze. “Grido della terra e grido dei poveri” sono connessi, come ha scritto papa Francesco nella Laudato sì’. Tutto è connesso. Lo vediamo in questo tempo difficile di dolore e morte. Un virus venuto da lontano sta attraversando confini e paesi. Non ha chiesto il permesso di soggiorno a nessuno, ha raggiunto persone di ogni condizione sociale. L’unica differenza è che almeno noi possiamo provare a curarci, altri neppure se lo possono permettere. Abbiamo scoperto una verità che ci accomuna: siamo fragili e deboli. Direbbe la Bibbia con saggezza: siamo fatti di polvere della terra. E per questo siamo tutti parte dell’unica famiglia umana, che non si distingue in razze, e che deve cercare di vivere insieme nella diversità. Ciò non significa rinunciare alla propria cultura, anzi che nella nostra diversità si dovrebbero trovare le vie e i modi per vivere pacificamente con gli altri. Non sono del tutto convinto che questa coscienza sia patrimonio di molti, visto che a volte hanno prevalso arroganza, superficialità negazionismo, recriminazione, ricerca del colpevole, atteggiamenti che creano solo una società dove per la paura e la rabbia aumentano l’astio, la divisione e la violenza”.
Il problema di casa è anche l’ambiente
“Veniamo a noi- ha proseguito il Vescovo-. In Italia ci sono ancora 41 SIN(Siti di Interesse Nazionale) che devono essere bonificati, da nord a sud. Noi siamo in uno di questi, la Valle del Sacco. Vorrei solo augurarmi un salto di civiltà nella cura della casa comune, che ci circonda. Raccolta differenziata, energia verde, interventi mirati per bonificare e proteggere questa bella terra. Mi chiedo: esiste una coscienza matura della drammaticità del futuro che stiamo preparando se non prendiamo provvedimenti seri e severi e se non assumiamo stili di vita responsabili e comuni? Oppure stiamo ancora a litigare fra noi su questioni del tutto secondarie, senza una visione del futuro della nostra terra e su quello che lasceremo in eredità alle giovani generazioni oppure per mettere il sigillo su una iniziativa piuttosto che su un’altra tanto per affermare il nostro potere? O vorremmo lasciare che la criminalità organizzata continui a interessarsi dello smaltimento dei rifiuti?”
Il ruolo della Diocesi?
“Nel nostro piccolo come Diocesi stiamo lavorando per permettere ai grandi edifici di proprietà della Diocesi di funzionare solo con energia solare dal prossimo anno. E poi, come voi sapete, con Diaconia abbiamo sviluppato diversi progetti che favoriscano uno sviluppo sostenibile, sia nel campo dell’agricoltura circolare che della raccolta differenziata del RAEE e degli olii esausti. Infine: ho fiducia in chi ci amministra, perché si faccia carico di una visione non ristretta al suo mandato elettorale, per interventi strutturali veri e continui nel tempo, non palliativi. Già nel 2010 feci un tavolo con le istituzioni della società civile e della politica sulla Valle del Sacco, ma chi doveva portare avanti il progetto non fece assolutamente nulla! Ho fiducia a anche nei giovani, che mi sembra siano più sensibili a questi temi. Spero che la loro sensibilità si trasformi in impegno per il futuro”.
L’intervento del prof. Antonello Pasini
Il fisico del clima del CNR ha trattato “Effetto serra, effetto guerra”
“Il cambiamento climatico colpisce tutto il mondo. Ce ne stiamo rendendo conto nella nostra Italia con l’andamento altalenante di ondate di calore ed eventi estremi di piogge violente. Ma gli impatti sono molto più forti dove le società sono più fragili, come ad esempio in Africa e in particolare nella fascia del Sahel. Qui il fenomeno della desertificazione ed altri eventi climatici contribuiscono in maniera sostanziale a crisi agricole e carestie sempre più forti e frequenti, alla mancanza di risorse idriche e all’aumento dei prezzi delle derrate alimentari.
Tutto ciò conduce a conflitti per le risorse stesse, e come estrema conseguenza a migrazioni forzate, con migranti che fuggono da guerre, fame e cambiamenti climatici, per raggiungere infine le coste libiche con il miraggio di poter poi sbarcare in Europa. Come si lega la crisi climatica alla crisi sociale, conflittuale e migratoria in questi territori? Come diminuire questa enorme disequità internazionale in cui i meno responsabili del riscaldamento globale sono anche quelli che ne patiscono i maggiori impatti negativi?”.
Dunque, temi di grande attualità che in modo particolare toccano da vicino il nostro territorio. Di messaggi ed inviti ne sono usciti diversi. Verranno raccolti?